Il museo della Specola di Firenze riapre al pubblico 

Il Sistema Museale di Ateneo di Firenze presenta il nuovo allestimento del museo della Specola  creato dal granduca Pietro Leopoldo il 21 febbraio 1775.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato il Museo poco tempo fa in occasione della inaugurazione dell’anno accademico e del centenario dell’ateneo fiorentino.

Le porte si riaprono ai visitatori, dopo oltre 4 anni, dal primo marzo 2024. Chiusa dal primo settembre 2019, finalmente uno dei musei scientifici più amati dai fiorentini riparte ripulito, restaurato, con nuovi percorsi e una nuova illuminazione grazie a un lavoro di squadra.

Il museo della Specola fu istituito come Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia naturale dal granduca Pietro Leopoldo il 21 febbraio 1775 per avvicinare tutti alla scienza. Deve l’appellativo all’Osservatorio astronomico realizzato nel Torrino che ne sovrasta la storica sede al numero 17 di via Romana a Firenze. I visitatori potranno ammirare due ali completamente nuove. Si è  voluto dedicare una sezione intera a raccontare la storia della ceroplastica fiorentina, sia anatomica che botanica, con cere che non sono mai state esposte. Dopo oltre un secolo, la collezione delle cere botaniche fiorentine, costituita da piante, frutti e tavole di anatomia, istologia e patologia vegetale di eccezionale realismo e straordinaria bellezza, torna a essere visitabile. È stata riprodotta una serra con piante in cera tutte in fiore, il giardino delle cere.

La seconda ala nuova è dedicata alla mineralogia. Il percorso documenta la genesi dei minerali, partendo dalle loro più antiche tracce nei meteoriti.

Per il resto il tradizionale percorso storico della Specola si sviluppa nelle 23 sale di zoologia, al secondo piano. Gli esemplari esposti sono solo una piccola parte degli oltre 4 milioni di reperti conservati nelle collezioni e documentano, tra le altre, diverse specie ormai estinte e altre in via di estinzione, oltre a moltissimi esemplari di notevole interesse scientifico e storico.

Sempre al secondo piano troviamo le cere anatomiche.

Una collezione unica al mondo di modelli anatomici in cera di fama internazionale, prodotta in circa un secolo dall’Officina di ceroplastica creata presso il museo nel 1771. Le opere, circa 1400 in 562 urne, sono proposte in un impianto museografico giunto pressoché inalterato dal XVIII secolo, accompagnate da disegni e apparati didattici realizzati da esperti disegnatori e calligrafi. Di particolare impatto il Salone degli scheletri, situato al piano terra, presenta un impianto espositivo di inizio Ottocento, realizzato in boiserie con ballatoio e 120 vetrine che ospitano scheletri di numerose specie di Vertebrati, soprattutto Mammiferi. I circa 3000 reperti osteologici esposti costituiscono un grande tesoro scientifico consultato ogni anno da esperti di tutto il mondo. Comprendono autentiche rarità ed esemplari di particolare interesse storico. Tra questi l’Elefante asiatico che, giunto vivente a Firenze nel 1655 ed esposto sotto la Loggia dei Lanzi, servì nel XVIII secolo a Linneo per descrivere la specie.

Nicoletta Curradi