La Cucina Toscana: Un Viaggio nel Tempo tra Sapori e Tradizioni

Amici buongustai, vi siete mai chiesti come mai la cucina toscana sia così dannatamente buona? Lasciate che vi porti in un viaggio attraverso i secoli per scoprirlo insieme. Mettetevi comodi, magari con un bicchiere di Chianti in mano e partiamo per questa avventura gastronomica.

Etruschi e Romani – le origini della cucina Toscana

Tutto iniziò con gli Etruschi, gente che sapeva il fatto suo quando si trattava di mangiare e bere bene. Sapete che sono stati loro a introdurre la coltivazione della vite e dell’olivo in Toscana? Come evidenziato nel libro “Etruscologia” di Massimo Pallottino del 1984. Poi arrivarono i Romani, e le cose si fecero ancora più interessanti. In un antico testo, il “De Agri Cultura” di un certo Marco Porcio Catone (vissuto nel II secolo a.C.), si parla degli antenati delle amate panzanelle e della zuppa di farro.

Medioevo

E’ in questo periodo che le cose hanno cominciato a prendere una piega davvero gustosa. Da una parte c’erano i monaci nei conventi, che erano dei veri geni della conservazione degli alimenti. Dall’altra, nei castelli, i cucinieri al servizio dei nobili si davano alla pazza gioia con piatti elaborati e speziati. C’è un libro fantastico, “Alimentazione e cultura nel Medioevo” di Massimo Montanari (1988), che racconta tutto questo.

Il Rinascimento

Arriva il Rinascimento, e con esso l’età d’oro della cucina toscana. I Medici, che erano dei veri buongustai, hanno portato la gastronomia toscana a livelli stellari. Nel libro “Caterina de’ Medici: un’italiana alla conquista della Francia”, l’autrice Alessandra Necci racconta come questa ragazza toscana abbia praticamente rivoluzionato la cucina francese. Pensate, senza di lei forse i francesi non saprebbero nemmeno cosa siano i gelati! E poi arriva lei, la bistecca alla fiorentina.

Sapete che la prima descrizione scritta di questo capolavoro della griglia risale al 1474 e si trova nel testo antico “De honesta voluptate et valetudine” di Bartolomeo Sacchi? Tutte le macellerie Toscane dovrebbero avere un suo ritratto esposto.

Tra ‘600 ed ‘800 d.c.

In quest’epoca Francesco Redi scrive “Bacco in Toscana” (1685), praticamente una dichiarazione d’amore ai vini toscani. Più avanti come non parlare di Pellegrino Artusi? Il suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” (1891) è come la Bibbia della cucina toscana. Ribollita, peposo… questo signore ha messo nero su bianco le ricette che ancora oggi ci fanno leccare i baffi.

Nel XX secolo

Possiamo proprio dirlo, la cucina toscana ha continuato a brillare. Giovanni Righi Parenti, con “La cucina toscana” (1964), ci ha regalato un vero e proprio compendio delle tradizioni culinarie regionali. Leggendolo, vi verrà voglia di correre in cucina e mettervi ai fornelli, garantito!

La cucina Toscana oggi

La cucina toscana continua a evolversi pur rimanendo fedele alle sue radici. Come dice Paolo Petroni in “Il grande libro della vera cucina toscana” (2006), “il segreto sta nel rispettare la tradizione ma senza aver paura di innovare un pochino“. Personalmente penso che l’equilibrio tra passato e presente della cucina toscana rende questa cucina regionale unica al mondo. Come non parlare dei vini allora? I vini toscani meriterebbero un articolo a parte! Ma se volete saperne di più, date un’occhiata ai lavori editoriali di Hugh Johnson e Jancis Robinson.

Conclusioni

Insomma, la storia dell’enogastronomia toscana è come un grande banchetto attraverso i secoli. Ogni epoca ha aggiunto il suo sapore, la sua spezia, il suo tocco speciale. E sapete qual è la cosa più bella? Che possiamo ancora gustare tutto questo oggi! Massimo Montanari scrisse qualche anno fa: “la cucina è un patrimonio vivo, che si evolve ma mantiene le sue radici“. E la cucina toscana, beh, ha radici profonde come una quercia secolare. Allora, che ne dite? Vi è venuta fame? Scommetto di sì! Perché non festeggiare questa meravigliosa storia culinaria con una bella fiorentina e un bicchiere di Brunello?

Autore: prof. Giuseppe A. Ruggi